I giorni della rabbia: i moti di Reggio Calabria

Nell’estate del 1970 a Reggio Calabria, scoppia in Italia una vera e propria rivolta, mai vista prima nel dopoguerra.
Scontri, assalti, barricate, scuole chiuse per mesi e trasformate in caserme, 43 attentati dinamitardi, undici morti, migliaia di feriti.
Questo il tragico bilancio di mesi di vera e propria guerra civile.

Ma cosa c’era veramente dietro la rivolta di Reggio? Perché è certo che non si è trattato solo di uno scontro contro Catanzaro capoluogo di regione. Era uno scontro contro Roma, contro il Paese, contro le istituzioni. Ma c’era anche di più: si trattava di un’operazione dell’eversione di destra, in cui i servizi segreti hanno giocato un ruolo non secondario.

La città viene “liberata” la mattina del 18 febbraio 1971, quando i mezzi cingolati dei carabinieri, gli M113 (passati alla storia come carri armati) e le ruspe dell’esercito, rimuovono le ultime barricate. La rivolta era domata, il bilancio fu tragico, il governo definì un pacchetto di provvedimenti, il più importante fu la decisione di dare a Reggio la sede del Consiglio regionale.

Resta però una domanda di fondo: la città di Reggio Calabria fu penalizzata o ne uscì rafforzata da quella rivolta? E voi cosa ne pensate?

Votate qui e diteci la vostra opinione.

I moti di Reggio Calabria e le decisioni che ne scaturirono cambiarono per il sempre il volto di questa regione: secondo voi la città di Reggio Calabria è uscita rafforzata o indebolita?